L’alpe Stubbi (1800 m) custodisce uno Stadel abbandonato tra i più caratteristici del Vallone di San Grato ed i ruderi di un mulino che risale alla prima metà del XV secolo, come attesta la data del 1605 incisa sull’architrave in pietra dell’ingresso. Il mulino è stato probabilmente costruito a seguito dell’abbandono del mulino detto “Brochnu Mülli”.
Il mulino di Stubbi, poco discosto dal sentiero principale, a 1800 m di altitudine, risale al 1420; aveva due macine ed era alimentato da un piccolo corso d’acqua amplificato da un piccolo bacino artificiale. Negli ultimi anni è stato oggetto di studi, con scavi ed indagini archeologici, da parte dell’archeologo Mauro Cortelazzo.
I resti della struttura mostrano come a monte fosse stato costruito un muro in pietra per trattenere l’acqua anche nei periodi di magra delle sorgenti; l’acqua veniva quindi incanalata e alimentava per caduta il mulino. Fornita l’energia necessaria per far girare le macine, l’acqua fuoriusciva da un canale situato sotto la pavimentazione. Nei ruderi è ancora presente una grande lastra forata posta al di sotto delle macine, che provenivano dalla Valtournenche.
Il mulino rappresenta un forte legame simbolico con la comunità di Issime ha nei suoi confronti: su questo mulino si basa infatti il mito di fondazione della comunità di San Grato.
Nel villaggio di Stubbi, lungo il percorso basso del vallone di San Grato, è stato recentemente scoperto all’interno di un rudere un forno della prima metà del XV secolo perfettamente conservato: questo ritrovamento è importante perché testimonia come ci sia stato un progetto comune legato a un nuovo insediamento, con granai, case, forno e mulino, a conferma della colonizzazione di questi territori.