L’itinerario ripercorre altri importanti itinerari di cui si trovano tracce evidenti lungo il percorso: Grande Traversata delle Alpi (GTA), la Via Alpina e il Sentiero Italia CAI.
Partenza dal borgo di Rimella, terra ricca di storia in cui la cultura Walser si ritrova ancora nel dialetto (il “tich” “tittschu”), nelle abitazioni, nello stile di vita, nel Museo Etnografico Walser in frazione Sella.
In questo paese ogni anno si svolge la tradizionale Festa dell’Ascensione presso la Chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo con la tipica processione e a seguire la distribuzione del pane benedetto agli abitanti di Fobello. Nell’occasione, sia le donne di Rimella che quelle di Fobello indossano il costume tradizionale.
Lasciata la frazione Chiesa di Rimella si imbocca la mulattiera segnavia 538 (indicazione GTA) che scende fino al vallone, si attraversa il torrente Landwasser per risalire ripidamente e in breve a raggiungere Roncaccio Inferiore, lasciando alla destra una grande casa Walser. Oltrepassata la bella chiesa settecentesca Madonna delle Grazie si sale a Roncaccio Superiore da cui, tra tratti ripidi a pianeggianti e attraversando boschi di latifoglie e abeti bianchi, si giunge alla faggeta che ripida porta ai pascoli dell’Alpe La Res (1419 m), con le sue baite, la fontana e la chiesetta, poste in posizione molto panoramica.
Si scollina nel vicino vallone di Fobello e proseguendo su diversi tornanti si raggiunge la frazione Belvedere (Segnavia 525). Attraversati ampi prati e superato l’oratorio di Sant’Antonio, si scende fino a Boco Superiore (1089m) e attraversati due piccoli torrenti e si oltrepassa la frazione Piana (1027m) e la Chiesa di San Rocco. Seguendo la carrozzabile che costeggia il torrente Mastallone, passando alcune frazioni e la doppia cascata dei Pissoni, salendo per un paio di tornanti, si raggiunge la bella conca erbosa dell’Alpe Baranca (1566 m). Qui si trova uno splendido rifugio, gestito da persone accoglienti, in cui poter soggiornare per spezzare la tappa e godere del silenzio della valle.
Dal rifugio Alpe Baranca seguendo il segnale 517 CAI, su mulattiera magnificamente lastricata, il nostro percorso prosegue per lungo tratto immerso in un paesaggio incantevole contraddistinto dal verde rigoglioso dei prati e dall’azzurro dei riflessi donati da specchi d’acqua riflettenti come il Lago di Baranca e la cascata, raggiungendo in breve il Rifugio Alpe Selle (1824m) e il Colle di Baranca (1818m). È d’obbligo una sosta ai ruderi di Villa Aprilia costruita agli inizi del ‘900, acquistata dalla famiglia Lancia e che subì un incendio durante un conflitto tra partigiani e fascisti nel 1944. Si continua nel cammino e si raggiunge il Colle d’Egua, da cui si gode una spettacolare vista sul Monte Rosa.
Scendendo abbastanza agilmente in Val d’Egua, caratterizzata dalla presenza di molti alpeggi, si superano il monumentale frassino gigante e la cappelletta delle Torbe e si giunge al paese di Carcoforo (1304 m), un luogo da favola fermo nel tempo ai piedi delle Alpi dove respirare l’armonia vissuta dal popolo Walser nelle antiche architetture e nei modi accoglienti degli abitanti depositari di identità storica.
Il paese è adagiato al centro di una conca alpestre ricca di pascoli, corsi d’acqua e boschi che gli donano un’atmosfera di romantica quiete. Esso si raccoglie attorno alla parrocchiale di S. Croce mentre a valle del paese è possibile ammirare l’Oratorio della Madonna del Gabbio Grande ricco di pregevoli affreschi del pittore Orgiazzi.
Consiglio dell’autore
All’altezza della Frazione Belvedere può valere una visita all’abitato di Fobello che diede i natali a Vincenzo Lancia, fondatore dell’omonima casa automobilistica. Il borgo è immerso nel parco Naturale Alta Valsesia e definito dallo storico Federico Tonetti “la proclamata valsesiana gemma” per la bellezza del paesaggio e l’eleganza dell’abitato e le testimonianze di arte e cultura nei musei e opere d’arte.