Il cammino ripercorre altri importanti itinerari di cui si trovano tracce evidenti lungo il Percorso: Grande Traversata delle Alpi (GTA), la Via Alpina e il Sentiero Italia CAI.
Si parte da Forno, una frazione del Comune di Valstrona, oggi ultimo paese della valle ancora insediato con soli 300 abitanti. Dall’oratorio di San Rocco imbocchiamo la “Stra’ Vègia” (Strada Vecchia), una mulattiera ricca di storia, tra piccole cappelle e abitati nascosti. Un’antica strada un tempo percorsa dalle donne che, con le loro pesanti gerle, andavano ad Omega per il mercato del giovedì portando lana, capretti, tessuti e quant’altro. Scendiamo rapidamente dal paese e risaliamo la stretta vallata alternata tra radure e boschi di betulla e faggio per giungere a Piana del Forno. Si continua all’interno bosco di faggi allietati, in alcuni tratti, da panorami mozzafiato sulla sottostante forra del torrente Strona. Si giunge a Pian Pennino, si attraversa il torrente e si risale il versante fino alla frazione Valdo (Wald). Dopo l’ultimo strato di bosco si arriva a Campello Monti.
Vale la pena dedicare del tempo per visitare Campello Monti, un piccolo villaggio colonizzato in modo permanente dai Walser di Rimella a cavallo tra la prima e la seconda metà del XV secolo. Campello è un elegante borgo arroccato sulla montagna che lascia a bocca aperta per le caratteristiche case dai colori pastello, le strette viuzze, la bellezza architettonica tardo barocca della Chiesa di San Giovanni Battista, ricca di arredi e paramenti preziosi, che conserva una riproduzione di un quadro del Guercino perso e poi ritrovato. La solidità delle radici Walser è testimoniata, non tanto dalle architetture andate distrutte dal gigantesco incendio del 1843, ma dalla presenza di una comunità attiva e partecipe.
Dalla chiesa di Campello inizia – seguendo il sentiero che coincide con il GTA, la Via Alpina e il Sentiero Italia – la salita verso la Bocchetta. Si attraversa il torrente Strona e, in salita, si prosegue verso il valico in un paesaggio ricco di corsi d’acqua, cascatelle e antichi alpeggi, su terreni pietrosi che all’altezza del passo si addolciscono assumendo le caratteristiche dei pascoli alpini. Vicino alla cascata è presente un’antica cava di beole, le pietre con cui i Walser costruivano i caratteristici tetti.
Giunti alla Bocchetta di Campello (1924 mt), storico collegamento tra la Valsesia e la Valstrona, lo sguardo si apre sul Monte Rosa, sullo spartiacque tra le due valli, Cima Capezzone (2421mt) e Montagna Ronda (2414 mt). Da qui comincia la discesa verso Rimella. Raggiungiamo rapidamente l’Alpe Pianello (1796 mt), uno storico alpeggio in cui incontrare altri discendenti del popolo Walser, costituito da un nucleo di baite con la caratteristica copertura a “beole”. Vi suggeriamo di fermarvi ad acquistare e degustare i formaggi della signora Graziella. Nei pressi dell’alpeggio è presente il rifugio del CAI di Borgomanero gestito dai volontari e punto di chiamata del Soccorso Alpino.
Dall’alpe scendendo di quota il sentiero si fa più largo e, superato qualche rigagnolo d’acqua, si cominciano a intravedere in basso nella valle gli agglomerati di Wan e Vàrch. Il pascolo inizia a lasciare spazio al bosco di faggi per arrivare all’Alpe Selletta. Camminando ora su una comoda mulattiera si raggiunge la “Posa dei Morti”, in località Obrun Bàlme, un luogo affascinate sotto una balma di roccia in cui è presente ancora un altare. Qui venivano ricevuti in forma solenne i defunti provenienti da Campello Monti che, non avendo ancora un suo cimitero, venivano poi accompagnati in processione alla sepoltura presso il cimitero di Rimella.
Attraverso una suggestiva mulattiera in pietra, dopo un breve tratto di strada asfaltata riprendiamo il sentiero e raggiungiamo la frazione Sella di Rimella, in cui poter visitare il Museo Etnografico Walser. All’interno dell’edificio trovano sede, oltre al museo, anche l’Archivio Etnolinguistico, il Centro di Documentazione Walser e il Centro Studi Walser di Rimella.
Rimella è un piccolo paradiso che sorge sul versante meridionale alpino del Monte Rosa ed è la più antica colonia Walser della Valsesia. Siamo in una terra ricca di storia in cui la cultura Walser si ritrova ancora nel dialetto (il “tittschu”), nelle abitazioni, nello stile di vita. Una comunità attiva che opera ancora per il mantenimento e la promozione del patrimonio tradizionale. Questo luogo conserva i ritmi di vita di un tempo, in cui la natura e il paesaggio divengono gli elementi essenziali a cui confrontarsi, assieme al silenzio e agli spazi di montagna misurati ancora dal passo lento dei pastori.
Consiglio dell’autore
Nei pressi di Forno, poco dopo il punto di partenza del percorso all’altezza della cappella di San Giulio, è possibile effettuare una breve deviazione, segnalata, qui vi è il punto di entrata “all’Orrido” con il “percorso in passerella aerea” che corre sospesa sopra la forra del torrente Strona. Un’ attrazione turistica che permette di ammirare in sicurezza dall’alto il torrente.
Dal 2012 l’alta Valstrona è stata inserita nel Parco Naturale della Valsesia e della Valstrona, ricco di biodiversità, che conserva un elevato patrimonio di flora e fauna a beneficio dei frequentatori più attenti, educati e sensibili. Per Campello Monti è un parziale ritorno all’antica giurisdizione valsesiana durata diversi secoli.
Dal toponimo Strona deriva il termine “stronalite” utilizzato dai geologi per descrivere rocce metamorfiche uniche e presenti solamente in questo territorio, tra Forno e Campello Monti. Sempre in questa valle gli erpetologi (studiosi dei rettili) hanno identificato una nuova specie di vipera autoctona alla quale hanno il nome di “Vipera Walser”.